Il piano Colau

Note e considerazioni su “PIANO Colao”, punto per punto

I. Dettaglio Schede lavoro
Da Pag. 15 punto I

1. Occupazione e ripartenza delle imprese

  • i. Escludere il “contagio Covid-19” dalla responsabilità penale del datore di lavoro per le imprese non sanitarie e neutralizzare fiscalmente, in modo temporaneo, il costo di interventi organizzativi (ad es. turnazione, straordinari) conseguenti all’adozione dei protocolli di sicurezza e al recupero della produzione perduta per il fermo, per non penalizzare la competitività dell’impresa e i redditi dei lavoratori.
    In palese contrasto con le direttive dell’INAIL che definisce il contagio da COVID come infortunio sul lavoro e, come tale è sempre sottoposto ad accertamento della responsabilità penale del datore di lavoro.
  • ii. Utilizzare la fase attuale per un'attenta e profonda osservazione dello smart working e delle dinamiche ad esso connesse per identificare elementi con cui migliorare la normativa vigente (legge n. 81/2017), al fine di renderla perfettamente aderente al nuovo contesto che si sta sviluppando, in cui da un lato c'è la necessità di un'adozione diffusa per questioni anche di sicurezza e dall'altro l'obiettivo di dare a imprese e lavoratori un'opzione migliorativa sia della produttività sia delle condizioni lavorative. Al fine di evitare utilizzi impropri dello strumento già nell'immediato si raccomanda di definire e adottare un codice
    etico per la PA e di promuoverlo nel mondo dell'impresa Ciò significa che il lavoro “remoto” o c.d. “leggero”, non è per niente leggero ma, privo di contrattualizzazione, diventerebbe un far west lavorativo in cui le imprese decidono orari, oneri, doveri e retribuzione a seconda delle loro esigenze.
  • iii. Consentire (in deroga temporanea a Decreto Dignità) il rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza almeno per tutto il 2020. In pratica il ritorno e il mantenimento del precariato a vita, applicato anche allo smart working.

 

4. Rafforzamento capitalizzazione delle imprese

  • i. Creare incentivi per gli aumenti di capitale, rendendo l’ACE più attrattiva, introducendo una Super-ACE per le imprese che investono in tecnologia green e semplificandone la deliberazione
  • ii. Ridurre tempi e costi delle procedure di aumento di capitale per le società quotate
  • iii. Favorire una strutturale ri-allocazione del risparmio verso PMI/società non quotate, tramite, per un periodo definito, nuove agevolazioni fiscali per le persone fisiche che sottoscrivono OICR che investono prevalentemente in società non quotate e modifiche normative necessarie ad ampliare la platea di potenziali sottoscrittori. Introdurre incentivi per l’istituzione di fondi di turnaround che agevolino anche l’esecuzione di investimenti in imprese UTP attraverso ogni strumento compatibile con la normativa europea qualora l’intermediario finanziario (SGR) assuma il ruolo di sponsor del risanamento iv. Incentivare strumenti di capitale (ad es. azioni di risparmio a termine con limite al rendimento massimo o strumenti finanziari partecipativi di capitale) con la sottoscrizione dei quali il capo-filiera possa patrimonializzare per alcuni anni fornitori e distributori e facilitarne l’accesso a liquidità (tramite credito bancario, factoring, etc.) e a capitali esterni
    v. Prevedere, in situazioni di emergenza e per imprese di dimensioni maggiori di 50M€, interventi temporanei, selettivi e individuali/specifici di capitalizzazione da parte di soggett ipubblici (ad es. CDP).

 

Cosa  significa:

1) Finanziare aziende per acquisto di azioni o per investimenti di borsa; essendo ACE un’agenzia gestita da Cassa Depositi e Prestiti che eroga finanziamenti/assicurazioni a imprese;
2) Un modo per finanziare aziende con l’esclusivo scopo speculativo senza richiedere nessuna garanzia occupazionale in cambio;
3) Gli organismi di investimento collettivo del rispar-mio, in acronimo OICR, in Italia, sono organismi con forma giuridica variabile che investono in strumenti finanziari o altre attività somme di denaro raccolte tra il pubblico di risparmiatori, operando secondo il principio della ripartizione dei rischi. Questo significherebbe che i risparmi dei singoli cittadini verrebbero utilizzati per “finanziare”= acquistare piccole società in difficoltà economica.
4) Ma l’inghippo è che essendo l’SGR società finanziarie addette specificatamente alla gestione del risparmio lo “sponsor” del finanziamento, questi piccole imprese verrebbero ipotecate se non acquistate direttamente da imprese puramente finanziarie che non hanno nessun interesse a mantenere alti i livelli di occupazione ma solamente a speculare sui fondi di investimento collegati a OICR che gireranno in borsa a solo scopo specu-lativo. Visto poi che le SGR sono di proprietà delle banche di investimento, saranno direttamente interessate ad utilizzare i risparmi di singoli cittadini ignari, per affari puramente speculativi che non hanno niente a che fare con l’economia e il lavoro. Inoltre saranno alla mercé, sempre delle banche, i fornitori di beni e servizi delle stesse piccole imprese in difficoltà che, a loro volta saranno in crisi di liquidità e che, come dice il “Piano” saranno tutti “patrimonializzati” che, in altre parole, significa ipotecati o acquistati direttamente: una specie di attività da usurai legalizzati.
5) Tutte le grandi imprese (patrimonio superiore ai 50 milioni di euro), che saranno chiaramente chiamate a fare i “capofila”, sponsor dell’SGR saranno finanziate direttamente dallo Stato per mezzo della CDP (Cassa Depositi e Presiti), così il gioco è fatto, il cerchio si chiude. Come novelli Heilander, ne rimarranno solo alcune Grandi Imprese (Multinazionali) che deterranno la proprietà di tutta l’economia italiana, tenendo lo Stato per il collo con il ricatto occupazionale e allo stesso tempo distruggendo l’intero tessuto economico che ci ha salvati fino adesso, fatto di svariate mi-croimprese che hanno sostenuto, bene o male, lavoro ed economia nazionale già decisamente provate.

II.6 Emersione lavoro nero. Favorire l’emersione attraverso opportunità di Voluntary Di-sclosure ai fini della regolarizzazione, prevedendo un meccanismo di sanatoria e incentivazione riducendo contribuzione cuneo fiscale, nonché sanzioni in caso di falsa dichiarazione o mancato perfezionamento delle procedure di emersione.

Questo punto prevede in pratica il condono tombale per tutti i reati connessi al lavoro nero e, addirittura, incentivi fiscali e contributivi per chi si autodenuncia. Ma va anche oltre, per chi dichiara di mettersi in regola ma successivamente continua nella sua attività illegale, basta una sanzione per aver dichiarato il falso.

II.7 Emersione e regolarizzazione contante derivante da redditi non dichiarati i. Introdurre la Voluntary Disclosure sul contante e altri valori derivanti da redditi non dichiarati (anche connessa all’emersione del lavoro nero) a fronte del pagamento di un’imposta sostitutiva e dell’impiego per un periodo minimo di tempo (ad es. 5 anni) di una parte significativa dell’importo in attività funzionali alla ripresa (ad es. investimento nel capitale dell’impresa del soggetto che fa la Voluntary Disclosure, o investimento in social bond nominativi o altri strumenti analoghi). Condizionare gli effetti premiali in ambito penale a specifici requisiti di coerenza ii. Promuovere un’iniziativa presso le istituzioni europee competenti per mettere rapidamente fuori corso le banconote in Euro di maggior taglio (500 e 200).

Con questi punti si prevede la “Voluntary Disclosure” che tradotto significa "collaborazione volontaria",cioé lo strumento che il fisco mette a disposizione dei contribuenti per regolarizzare la propria posizione fiscale. Nessuna sanzione e completo scudo penale per chi ha distratto fondi o riciclato denaro sporco, sia in Italia che all’estero ed in cambio dovrà pagare una piccola multa. Una cortesia alle organizzazioni mafiose che intendono investire legalmente in attività imprenditoriali o addirittura in borsa o per finanziare progetti sociali, il proprio denaro frutto di estorsioni, traffico di droga e armi, e tante altre attività frutto di associazioni a delinquere. Volendo se le possono anche comprare le aziende direttamente o finanziare associazioni di volontariato sociale.


III. Modernizzazione del tessuto economico punti 10,15, pag. 17-19 del Piano


Praticamente bisogna sostenere la formazione specialistica secondo programmi definiti e gestiti dalle imprese ma finanziati dallo Stato. Incentivare l’aggregazione tra imprese, soprattutto le fusioni, in modo da creare holding che fagocitano imprese in difficoltà di piccole e medie dimensioni (tradotto: le aziende più grandi e finanziariamente più forti acquisiscono tutte le altre in difficoltà economiche o sull’orlo del fallimento) ritornando così a quanto detto prima, alla distruzione del tessuto microimprenditoriale e differenziato del paese.
Incentivare l’imprenditoria estera (capitali stranieri) facendo diventare l’Italia un paradiso fiscale solo per le multinazionali.
Finanziarizzazione del Terzo Settore con l’entrata dei privati Profit nel No-Profit creando concentrazioni di organizzazioni no-profit (Holding sociali) a scapito delle piccole associazioni.


IV. Infrastrutture di interesse strategico: pag.20-21, punti 20-24 del Piano.


Con l’eliminazione di fatto del Codice degli Appalti si da mano libera a qualsiasi tipo di organizzazione legale o illegale per qualsiasi tipo di opera strutturale, grande o piccola che sia senza nessun tipo di controllo tecnico, amministrativo, ambientale. Già l’allungamento delle concessioni esistenti in base al volume temporale degli investimenti, praticamente a vita, determinerà una colata di cemento su buona parte del territorio, la cui parte rimanente sarà dedicata alle perforazioni e alle reti di trasporto di combustibile, depositi di gas, centrali elettriche, antenne 5G e chi più ne ha più ne metta.

 

V. Accelerare la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazioni pag. 22, punti 25-28 del Piano

Sviluppo incontrollato della rete 5G: aumento per legge dei livelli di soglia massima di rischio per la salute; esclusione per legge delle comunità territoriali (Regioni, Comuni) da qualsiasi decisione in difesa della propria salute alla faccia dell’art. 32 della Costituzione.


VI. Accelerare la realizzazione di infrastrutture energetiche e idriche, e predisporre un piano di salvaguardia del patrimoni ambientale. Pagg.22-23, punti 29-35 del Piano


Sblocco e accelerazione degli investimenti: autorizzare subito investimenti privati sulle strutture relative ai servizi pubblici (Elettricità, gas, idrico) e liberalizzazione delle tariffe.
Privatizzazione completa del ciclo dei rifiuti.
Privatizzazione completa del Servizio Idrico e liberalizzazione tariffaria per incentivare gli operatori del settore, alla faccia del referendum del 12 e 13 giugno 2011 e alla faccia della Sentenza n. 26/2011 della Corte Costituzionale che aveva stabilito l’acqua fuori dal mercato e dal profitto.

VII. Finanziare la riconversione sostenibile delle infra-strutture trasporti e logistica. Pagg. 23-24, punti 36-39 del Piano.


Finanziare la riconversione dei trasporti per mezzo di PPP (progetto di Partenariato Pubblico-Privato), quello che una volta si chiamava Progect Financing, chiaramente in chiave più “moderna” in cui vale sempre la stessa equazione: Debiti pubblci=Profitti privati. Una privatizzazione di fatto del Servizio di Trasporto pubblico locale e nazionale.

VIII. Coinvolgere investimenti privati per finanziare in-frastrutture sociali. Pagg. 24, punti 40-41.


Questo punto prevede palesemente la dismissione dell’intero patrimonio immobiliare di Stato, Regioni e Comuni (=svendita). Finanziarizzazione degli investimenti più la svendita a privati di immobili demaniali per mezzo anche del famigerato “Voluntary Dsclusure” di cui sopra, cioè fondi provenienti da riciclaggio di denaro sporco o riemerso da capitali all’estero reinmessi legalmente in Italia per mezzo del condono tombale e scudo penale previsto nei punti precedenti. In pratica, paradossalmente, ma neanche tanto, il patrimonio immobiliare dello Stato potrebbe essere svenduto direttamente alle organizzazioni mafiose.

XI. Valorizzare e sviluppare l’offerta turistica del Paese
Punti 47-53 del Piano


Incentivare il consolidamento del settore turistico, finanziare la creazione di reti tra imprese = privatizzare l’intero settore a scapito delle piccole realtà, favorendo le grandi concentrazioni di capitale finanziario.
Valorizzare e utilizzare, per uso turistico, beni immobili dello Stato e di enti Locali con-cedendoli a privati, privatizzando di fatto i beni pubblici.
La formazione turistica sarà finanziata dallo Stato ma gestita da privati.

XII. Valorizzare il patrimonio artistico e culturale, at-traendo capitali privati e competenze per migliorarne ac-cessibilità e fruibilità. Punti 54-57 del Piano.


Privatizzazione di fatto dei beni culturali. Mette sullo stesso piano Musei pubblici e privati che hanno accesso agli stessi finanziamenti statali equiparandoli tutti a Enti di Ricerca. Inoltre i Finanziamenti statali serviranno a progetti imprenditoriali di formazione universitaria secondo le esigenze delle grandi imprese (profitto).


XIV. Accelerare la digitalizzazione di tutta la PA. Punti 64-67 del Piano.


Rafforzare la CyberDifesa, istituendo un regime personale speciale per i tecnici specializzati all’interno delle Pubbliche amministrazioni vuol dire creare una squadra di 007 con licenza di uccidere……………. La privacy dei cittadini.

XV. Rafforzare e valorizzare il capitale umano della P.A. Punti 68-72 del Piano.


Revisione dei modelli di lavoro indirizzandoli verso la produttività, riducendo i costi=lavorare di più a stipendi più bassi.

XVII. Modernizzare i sistemi di istruzione e di ricerca al fine di adeguarli a standard europei e internazionali. Punti 75-79 del Piano.


L’istruzione e la ricerca si dovranno sviluppare in modo integrato tra Pubblico e Privato, utilizzando gli stessi finanziamenti indirizzati però a progetti produttivi = secondo le esigenze delle imprese= solo progetti che producono profitti.
Incentivare la privatizzazione di fatto della scuola finanziando le scuole che fanno programmi esclusivi indirizzati alle produzioni aziendali = es. Istitui Tecnici che formano esclusivamente personale qualificato per le aziende finanziati dallo Stato = la cultura umanistica può anche scomparire.

XIX. Superare il disallineamento fra domanda e offerta di competenze. Punti 83-85 del Piano.


Incentivare e finanziare, sempre con soldi pubblici, quelle facoltà universitarie che istituiscono programmi didattici utili, se non addirittura costruiti ad hoc, per le imprese, incentivando quei dottorati di ricerca adatti esclusivamente per le carriere aziendali.

XX. Potenziare le attività di ricerca e innovazione, aiu-tando l’incontro fra domanda e offerta di Conoscenze. Punti 86-87 del Piano.


Rafforre inoltre i rapporti tra Università e imprese orientando la ricerca sui sistemi aziendali per scopi aziendali. Finanziare Fondazioni di Diritto Privato per scopi didattici a supporto esclusivo delle aziende private.

XXI. Potenziare il welfare inclusivo e territoriale di prossimità, per promuovere resilienza individuale e coesione sociale. Punti 88-90.


88. Presidi di welfare di prossimità. Creare presidi di welfare di prossimità (luoghi fisici e virtua-li di incontro, orientamento alla fruizione di servizi esistenti, definizione di interventi aggiuntivi, etc.) nelle aree metropolitane e nelle città con più di 50.000 abitanti, rivolti a individui, famiglie e anziani per fronteggiare e curare le fragilità emerse con la crisi o preesistenti ad essa e promuovere il benessere individuale e collettivo.
89. Supporto psicologico alle famiglie. Fornire supporto psicologico, attraverso “pacchetti” di colloqui, a famiglie e individui direttamente impattati dal Covid-19, allo scopo di prevenire e ridurre sindromi depressive ed i connessi costi sociali e sanitari.
90. Organizzazioni di cittadinanza attiva. Rafforzare il ruolo delle organizzazioni di cittadinanza attiva per promuovere la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni materiali o immateriali, il sostegno a persone in condizioni di difficoltà o di emarginazione.

Questi tre punti non fanno alcun cenno a redditi universali di inclusione sociale, ma i problemi relativi alla disoccupazione vengono trattati come problemi di disagio sociale, fragilità, problemi psicologici, relegando il welfar a combattere le situazioni differenziate di disagio, con l’istituzione di una specie di CIM per disoccupati e loro famiglie. Mentre la tutela dei diritti è lasciata alle attività di cittadinanza attiva. (vedi il successivo XXII. Sostenere e includere le persone fragili e rese vulnerabili. Punti 91-93 del Piano.


XXIII. Promuovere la parità di genere. Punti 94-98 del Piano.


94. Stereotipi di genere. Sviluppare e realizzare un programma di azioni diversificate sul piano culturale contro gli stereotipi di genere che agiscano sulla eliminazione degli ostacoli alla piena e libera espressione femminile. Il programma spazia dall’avvicinamento fin da bambine alle materie STEM e all’educazione finanziaria, all’attenzione al linguaggio e alla rappresentazione dei generi nei libri di testo, nei media e nella pubblicità, fino alla presenza di statistiche ufficiali annuali su stereotipi e discriminazioni.
95. Sostegno e sviluppo dell’occupazione femminile i. Sostenere e dare impulso all’occupazione femminile adottando un sistema di misure volto ad aumentare l’ingresso di nuove occupate, soprattutto nel settore dei servizi di cura e
sanitari, a limitare le uscite delle donne dal mercato del lavoro per motivi familiari, agendo sui congedi parentali e di paternità e incoraggiando la condivisione del carico di lavoro non retribuito
ii. Promuovere l’empowerment delle donne al lavoro, nelle istituzioni e nella società attraverso incentivi, norme che prevedano quote di genere, programmi, linee guida per riequilibrare la presenza femminile negli organi apicali e consultivi, massimizzare l’inclusione delle competenze e delle prospettive delle donne, e ridurre il divario retributivo di genere.
96. Valutazione di impatto di genere (VIG). Adottare la valutazione dell’impatto di genere quale metodologia di progettazione e analisi di ogni iniziativa legislativa, regolamentare e politica. Incoraggiare l’adozione delle linee guida della VIG anche nello sviluppo di ogni policy aziendale da parte delle imprese.
97. Conciliazione dei tempi di vita e sostegno alla genitorialità
i. Lanciare un piano nazionale per lo sviluppo di nidi pubblici e privati (0-3 anni) per la maggioranza dei bambini, per migliorare la conciliazione dei tempi di vita, sostenere il desiderio di maternità e paternità e diminuire le disuguaglianze tra bambini
ii. Razionalizzare il sistema dei trasferimenti monetari alle famiglie in direzione di misure che accompagnino la crescita dei bambini fino alla maggiore età, attraverso l’introduzione di un assegno unico che assorba le detrazioni fiscali per i figli a carico, l’assegno al nucleo familiare, il bonus bebè, l’assegno al terzo figlio
iii. Introdurre tra i servizi di welfare erogabili a livello territoriale dalla Pubblica Amministrazione, dalle organizzazioni datoriali e dagli Ordini Professionali, la competenza del Work-Life Balance che mira a promuovere la compatibilità del lavoro con la vita personale e famigliare
iv. Agevolare l’ampliamento degli strumenti di welfare aziendale orientati a fornire supporto alla genitorialità, attraverso la detassazione delle relative spese e delle somme erogate dalle aziende.
98. Interventi per le donne vittime di violenza
i. Introdurre un contributo di libertà e incentivi all’assunzione per le donne italiane e immigrate che intraprendono percorsi di uscita dalla violenza ii. Incentivare la collaborazione interistituzionale e con i centri anti-violenza. Raddoppiare le
case rifugio e rafforzare i centri anti-violenza pubblici e privati al fine di attuare efficaci misure per affiancare il processo di uscita dalla violenza delle donne italiane e immigrate, come indicato dalla “Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”.


Il ruolo delle donne è relegato ai servizi di cura (infermiere e badanti). Si tratta il problema della parità di genere come una categoria protetta alla stregua di invalidi e psicolabili. Non fa nessun cenno alla differenziazione salariale tra maschi e femmine. Non prevede finanziamenti statali per i centri antiviolenza, case famiglia, ecc., ma solo incentivi. Non prevede nessun intervento legislativo per la definizione del lavoro compatibile tra vita familiare e aziendale, ma solo promozione e incentivi (sempre alle aziende).

XXIV. Promuovere risorse e opportunità per bambini, ragazzi e giovani. Punti 99-102 del Piano.

101. Dote educativa. Contrastare la povertà educativa, il digital divide e la dispersione scolastica dei minorenni di famiglie beneficiarie del Reddito di Emergenza e/o del Reddito di Cittadinanza, attraverso un piano educativo di sostegno personalizzato (“Dote educativa”) con azioni di presa in carico di minori in condizione di grave disagio economico esclusi, o ai margini, delle reti educative e di welfare.

 

Questo è un punto di una ambiguità spaventosa. Cosa significa “prendere in carico” i minori di famiglie con reddito di emergenza o Cittadinanza ( cioè la famiglie povere)? Invece di aiutare le famiglie gli si sottraggono i figli? Questo, insieme al punto:

102. Servizio Civile. Estendere il Servizio Civile, ampliandone il numero di partecipanti ed orientandolo maggiormente ad attività e servizi per ridurre il digital divide dei bambini e delle famiglie più povere e fornire assistenza alle persone anziane e alle persone con disabilità, quale strumento fondamentale di qualificazione del capitale umano giovanile e azione rigenerativa sul territorio.

Conclude l’opera di sottrazione dei minori affidandoli a Associazioni preposte all’assistenza proprio delle famiglie disagiate come definito nei punti precedenti relativi al welfar alle quali vengono demandati compiti di assistenza a disabili, disagiati sociali ed economici, anziani, ecc. E il compito dello Stato quale sarà? Incentiva = finanzia attività private senza nessun intervento legislativo? Se ne lava le mani?
Ma tutto ciò che lo Stato dovrebbe fare per ridurre dise-guaglianze, valorizzare i propri beni e servizi, incentivare la crescita, economica, sociale, culturale e spirituale dei cittadini, non era già scritto nella Costituzione?

 

 

 

 

 

 
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